L’emergenza covid rende impossibile l’organizzazione della tradizionale fiera di settembre. Ma anche la speranza di poter spostare più avanti l’edizione numero 85, magari a fine ottobre, al momento è flebile. E così - per quanto formalmente non ci sia ancora nessuna decisione - è quasi certo che per la prima volta dal dopoguerra Bari potrebbe veder saltare la sua tradizionale campionaria. A Bari la speranza è che una schiarita nelle prossime settimane possa consentire l’organizzazione di una mini-campionaria a ottobre, «magari utilizzando soltanto due o tre dei padiglioni più grandi». Questo - dice Ambrosi, che è anche presidente della Camera di commercio di Bari - «potrebbe dare ossigeno ad alcuni settori produttivi, penso ad esempio all’automotive. Potremmo mettere in atto soluzioni tecniche per contingentare gli ingressi e garantire il distanziamento, fermo restando che una buona parte delle esposizioni si svolgerebbero all’aria aperta». Ma al momento, appunto, non ci sono indicazioni e - anzi - i feedback sono negativi. Fonti dell’Istituto superiore di sanità fanno notare che l’emergenza coronavirus ha comportato la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche tra cui rientrano anche le fiere, e che tutti gli avvenimenti in cui è previsto un grande afflusso di gente vanno considerati vietati fino a nuovo ordine. Nessuno è in grado di fare previsioni né di sbilanciarsi, ed è evidente che il sistema fieristico non rappresenta una priorità nella scaletta delle riaperture: è insomma probabile che i tempi siano lunghi, gli operatori del settore temono che lo stop possa arrivare fino al 2021.
