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Memorie del sottovuoto

«Sarà essenziale il controllo dei media, al fine di bloccare processi di apprendimento alternativi a quelli imposti dall’alto. La proprietà privata potrà essere ammessa, purché concentrata in qualche gruppo monopolistico legato al governo. E la politica estera sarà ispirata a un aggressivo nazionalismo, in modo da mobilitare continuamente l’opinione pubblica contro il nemico esterno di turno. Una volta riunite queste condizioni, una credibile opposizione politica stenterà a formarsi».

Finito il suo comizio, il buon maiale si rassettò il colletto bianco della camicia con una smorfia, strinse con grugnito soddisfatto il nodo della cravatta a pallettoni bianchi e gialli sequestrata con la zampa alzata in un pugno d’unghioni – non ancora ben scrostati dalla terra in cui, fino a qualche tempo prima, grufolava con baldanza – in nome del popolo suino al malefico fattore e si avviò zampettando verso il banchetto di leccornie, sdraiato in bella posta su di un bancone al centro della stanza. Perché il buon Orwell non ce ne voglia, non scomoderemo più di tanto le sue creature in questo nostro spazio.

L'articolo continua sul n. 7 (novembre 2017) de La Piazza... lo trovi in edicola!

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