La notizia è circolata dalle prime ore di ieri mattina. Probabilmente avremmo dovuto aspettarcela e, forse, del resto, ce l’aspettavamo tutti. Perché nessun folle ha mai davvero creduto che bastasse infilare quattro parole a caso in qualche inutile intervista o diffondere l’idea del “paesello incantato”, iperbole tanto cara quanto vacua, per proteggere una cittadinanza. E se qualche cittadino in buona fede ha voluto condividere un pensiero per esorcizzare una paura, il solito amministratore bontempone, pur di fare passerella, ci è cascato di nuovo, con il solito tempismo del “turismo Puglia su Puglia”, sbandierato il 9 marzo data che tutti ricorderemo. Dall’inizio di questa brutta avventura abbiamo detto che i sacrifici sarebbero serviti per rallentare l’epidemia e dare del tempo agli ospedali per organizzarsi meglio e ai ricercatori per lavorare. Tempo nel quale sarebbe stato e sarebbe ancora necessario agire per il futuro di una comunità, perché un buon amministratore deve adesso dimostrare di avere un “piano” che vada ben oltre la litania dell’invito a restare a casa, e decisamente oltre il ringraziamento continuo e la nauseante autocelebrazione di sé stessi, perché questa fallimentare pochezza ci presenterebbe un conto salatissimo. E così siamo al paradosso che i fatti necessari e impegnativi verso la comunità debbano essere “silenziosi” (talmente silenziosi da restare tutt’oggi sconosciuti!!!), mentre gli atti di generosità verso qualche cittadino in difficoltà debbano avere il chiaro volto del benefattore-amministratore di turno. Facile spostare il baricentro della responsabilità in varie direzioni, tutte lontane da coloro che hanno l’obbligo di prendere le decisioni: sulla condotta più o meno adeguata dei cittadini in merito alla diffusione dell’epidemia, sulle “difficoltà” create da un’opposizione propositiva ma inascoltata a giustificazione delle proprie evidenti carenze comunicative ed organizzative. Più difficile esprimere e mostrare una progettualità o perlomeno una programmazione. Non parlo di previsioni, perché nessuno potrebbe farne adesso, ma di una chiara e inequivocabile assunzione di responsabilità politica e di una comunicazione trasparente e intellegibile, tutti elementi necessari che ad oggi, al netto dei grandi proclami da intervista del sabato sera, sono assolutamente venuti meno. E nel sentiero del Bianconiglio siamo al fatidico bivio: da un lato vi è la prospettiva di confronto con persone, con un chiaro interesse al risanamento ed alla ricostruzione e, magari, maggiore visione e migliori idee, che a più riprese hanno manifestato invano la propria disponibilità, mentre dall’altro la concreta possibilità di annaspare nello stagno dei propri errori illudendosi di nascondere all’evidenzia dello specchio i propri marchiani difetti. Questa gestione primitiva con clava alla mano, nervosismo, prepotenza ed immaturità adolescenziale, si è affannata solo per conservare un inutile palcoscenico, incensandosi di eroismo, piuttosto che cercare prospettive necessarie per il futuro . Una gestione non solo rischiosa, ma addirittura dannosa per tutta la comunità che, a differenza di quel che ritiene il Sindaco, non riscontriamo fiduciosa quanto piuttosto attonita e frastornata dinanzi a questo incomprensibile ed ostinato immobilismo, guidato ad intervalli più o meno regolari da interviste zeppe di parole messe in fila a caso e prive di senso logico e di aderenza alla realtà. Il compito dell’opposizione, per chiunque abbia una solida base morale prima ancora che politica, è impedire che le situazioni di eccezionalità incidano sul nostro tessuto democratico: vigilare che il bisogno di sicurezza e lo stato di necessità in cui ci troviamo non ci rendano più disponibili ad accettare compromessi al ribasso sui nostri diritti. Ora che sappiamo come si sentono gli animali negli zoo, impareremo a non violentare la natura solo per comodo e senza necessità. Ora che sappiamo cosa significa essere numeri, impareremo ad apprezzare l’unicità della vita. Ora che sappiamo mantenere le distanze, impareremo ad apprezzare il grande gesto di fiducia che significa stringerci la mano… e che questo grande gesto non va più compiuto così alla leggera per tornaconto o piaggeria, per gratificare o per lusingare.Questo gesto di fiducia è un impegno, serio e responsabile. Un impegno che dobbiamo e dovete pretendere . Un impegno che Noi continueremo ad onorare.

Dott.ssa Valeria Sabatelli-Consigliere Comunale di Patto per Alberobello