Sono diventate notizie da prima pagina, notizie che fanno il titolo principale, notizie che danno esaltazione e fanno filosofeggiare. Sono tutte quelle notizie su tutto ciò che dovrebbe essere regola ed invece è eccezione. La riflessione ci viene suggerita dall’episodio accaduto in ambito sportivo, più esattamente calcistico, a Reggio Calabria. Doveva giocarsi l’incontro Reggina – Bari valevole per il campionato di calcio di Serie C. Manca un’oretta circa alla partita e, fuori dallo stadio “Granillo” di Reggio Calabria, c’è un brulicare di tifosi che si apprestano agli ingressi. Lungo il viale che porta all’ingresso riservato ai tifosi ospiti, un nutrito gruppo di tifosi del Bari cammina a passo allegro. Uno di loro vede un signore disabile, seduto in carrozzina, con un plaid sulle gambe che, standosene sul balcone, si gode il flusso allegro e variopinto. Il tifoso barese si ferma in direzione del disabile, lo saluta, ed inizia ad inneggiare con un allegro motivo da stadio in omaggio a quel signore, più sfortunato, che la gioia del tifo se la può godere solo da lontano. Il tifoso barese incita i suoi compagni ad unirsi al coro e ne viene fuori un momento di grande commozione, un gesto di amicizia, solidarietà, unità d’intenti con chi è più sfortunato. Un bel gesto che riporta in alto lo sport in generale, e il calcio in particolare. La notizia ha fatto il giro del media come fosse, appunto, una cosa rarissima, (in effetti lo è), quando invece dovrebbe essere la normalità. E’ questa la riflessione alla quale questo episodio ci ha avvicinato, ormai viviamo un tempo nel quale ci meravigliamo di ciò che dovrebbe essere la normalità e ci immergiamo, invece, in fiumi di parole, dibattiti, notizie “strillate” con maniacale insistenza insomma, tutto ciò che può far spettacolo costi quel che costi. Il tempo che viviamo rende eroi soggetti, ed episodi, purulenti, maleodoranti, deprecabili che andrebbero citati sommessamente, rende eroi quelli che mai dovrebbero essere l’esempio per i giovani. Quel tifoso del Bari, siamo certi, non diventerà mai un eroe per i noiosi, stridenti e petulanti talk-show, non lo diventerà perché ha fatto una “cosa normale”, ma di lui resterà il profumo di un gesto che gli è venuto dal cuore e che ha consentito un sorriso a chi, soffrendo ogni giorno come quel disabile, di sorrisi ne ha ben pochi.
