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Spot Conad - Liuzzi: "Perché no il cavalierato agli ideatori?"

“Un cavalierato anche per lo spot Conad, ovvero a creativi e regista che, rivoluzionando la funzione sociale dell’advertising, hanno osato porre all’attenzione di massa la necessità tutta meridionale di dover partire per trovare lavoro”.

Così Piero Liuzzi, dell’ufficio comunicazioni di Direzione Italia, commentando lo spot del marchio della Gdo in onda in questi giorni sulle reti televisive.

“Lasciando alla piena autonomia del Capo dello stato la discrezionalità di insignire - continua l’ex parlamentare - sarebbe gradito un chiaro e incisivo segnale istituzionale anche in ambito pubblicitario che si è fatto portavoce di emergenze collettive quale, ad esempio, la penosa migrazione intellettuale dei giovani meridionali che, nella narrazione dello spot, possono essere chiamati anche il giorno di Natale a fare le valigie per non rinunciare ad un posto di lavoro fuori regione”.

“Trovo strumentale - spiega Liuzzi - la querelle sul caciocavallo poggiato direttamente sulle camicie, quasi a voler allontanare lo spettatore dal perspicuo messaggio veicolato dalla clip che, infatti, ha una valenza superiore a tanti discorsi piagnoni”.

“Il meridionalismo - conclude - può trarre linfa vitale dallo spot delle cooperative perché comunica efficacemente gli svantaggi del Mezzogiorno più dell’ampia saggistica inascoltata o calpestata dall’ultima finanziaria varata dal governo legastelato”.

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