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Un cinque marzo

Martedì 20 febbraio, presso Senso Unico Bistrot, il Presidente della Commissione Bilancio per la Regione Puglia Fabiano Amati, ha incontrato un nutrito gruppo di alberobellesi per circa un’ora, per una chiacchierata sulle prossime elezioni politiche del 4 marzo.

Partendo dal presupposto che il vantaggio di quella che è, nei fatti, una pessima riforma elettorale – il Rosatellum bis – è solo l’uninominalità dei collegi, il candidato fasanese al Senato ha cercato di esporre in maniera semplice quanto sia necessario fare una politica seria ma ottimista. In un paese in cui vi è per sempre una piccola fiamma di politica riformista e progressista – come ha avuto modo di argomentare Viviano Giuliani che ha moderato l’incontro -, ora come non mai par percorribile solo una strada: quella di ascoltare i candidati proposti da ciascuna lista per poterli scegliere davvero.

Supponendo che in questa nostra Italia in cinque minuti si accumulino 14000 euro di debito al secondo da aggiungere al macigno di quel debito pubblico che ci si continua a passare di generazione in generazione e di famiglia in famiglia, quando ad esempio in Germania, nello stesso identico tempo, se ne risparmia esattamente la metà, quello che serve oggi è una politica che non prometta più spese folli. Più ragionevole sarebbe invece, adottarne una che, partendo da quanto è già stato fatto, si riassetti per dar slancio alle comunità, alle famiglie, alle imprese.

Chi la spunterà? Solo chi, mettendo da pare le ciance, saprà convincere quell’elettorato sempre più esiguo cui l’Italia presta il fianco da ormai troppo tempo, vedendo nella politica non una passione da rinfocolare ogni giorno impegnandosi per il bene dei cittadini comuni, bensì una mandria di imbroglioni buoni solo a promettere e basta. È possibile lavorar bene, laddove vi è ottimismo e soprattutto ove si lavora davvero per tutti, non per uno solo.

In tal senso, un’iniziativa del genere, nata al di fuori dei circoli politici, per incontrare un candidato che voglia stare vicino alla gente – così come fatto in passato – può soltanto far ben sperare i più. Per il resto: si vedrà.

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