top of page

Continua la farsa per l'Ilva

Il governatore della Puglia non ritira il ricorso al Tar di Lecce contro il decreto di Palazzo Chigi sul Piano ambientale, ma tutti i ricorrenti rinunciano alla richiesta di sospensiva cautelar che, se accolta, rischiava di far spegnere gli altiforni dell'Ilva con danni economici forse irreversibili. A dare la notizia è il ministro Carlo Calenda, Michele Emiliano puntualizza che "il ricorso" sul Piano ambientale dell'Ilva di Taranto "rimane in piedi e non verrà ritirato fino a che non verrà raggiunto un accordo sul piano industriale e ambientale tra tutte le parti del tavolo". Intanto il burrascoso tavolo del 20 dicembre scorso su Taranto ha prodotto un effetto positivo. L'amministrazione straordinaria dell'Ilva ha pagato i debiti esigibili verso i fornitori dell'indotto pugliese, 30 milioni di euro che finalmente arrivano sul territorio. Entro la giornata sono stati pagati tutti i crediti scaduti accumulati fino al 10 dicembre 2017. Una bella notizia per le imprese dell'indotto Ilva. Secondo quanto comunica l'Ilva, l'ammontare "rappresenta la quasi totalità delle cifre esigibili mentre il pagamento di una piccola parte residuale avverrà a seguito delle verifiche necessarie previste, nei primi giorni di gennaio". "La notizia del saldo" fa ben sperare al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che "il prossimo incontro con il governo porti alla redazione di un vero e proprio accordo di programma per l'aria di crisi di Taranto e si possano ricercare soluzioni sostenibili anche relativamente ai circa 115 milioni di crediti vantati dall'indotto locale all'origine della procedura". Ma l'idea di un "accordo di programma" per Taranto sulla scorta dell'accordo di programma su Genova non piace ai sindacati.

bottom of page